lunedì 21 settembre 2009

La Beffa Del Reddito Minimo Garantito: Tagliati Fuori gli Over 44 e i più Giovani!





Nella seduta del 4 marzo 2009 il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la legge:
"Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito per disoccupati, inoccupati e precari" (legge regionale 20 marzo 2009, n.4, pubblicata sul BURL n.12 del 28 marzo 2009).
Il provvedimento, primo in Italia ed avente carattere sperimentale, prevede l'erogazione di una somma di denaro non superiore a 7.000,00 euro l'anno (pari a circa 580 euro mensili). Fonte Portalavoro.Regione.Lazio

L'annuncio qualche mese fa di questa lodevole iniziativa sembrava promettere bene, soprattutto perchè l'Italia era, ed è ancora, tra i pochi Paesi europei sottosviluppati che ancora non hanno adottato politiche di sussidio alla disoccupazione.

C'è da dire anche, tra l'altro, che questa è solamente un'iniziativa Regionale, quindi limitata agli appartenenti della Regione Lazio, ma comunque è pur sempre un'iniziativa da lodare, almeno a prima vista, per il suo apparente impegno verso quei cittadini che si trovano in difficoltà a causa della mancanza di lavoro.

Ho detto "sembrava promettere bene" perchè, come al solito, come vedremo più avanti, si tratta dell'ennesima presa per il culo per la maggior parte di quell'esercito di cittadini italiani (in questo caso laziali) che si ritrovano nel tragico limbo della disoccupazione, l'ennesimo misero mezzuccio-slogan political-propagandistico che favorisce "pochi eletti " a discapito dei molti, moltissimi esclusi, l'ennesimo fumo negli occhi e l'ennesima guerra tra poveri.

Infatti, inizialmente, tra i requisiti richiesti per poter fare domanda di accesso al sussidio non veniva fatto accenno alcuno verso esclusioni legate all'età dei richiedenti (come era giusto dover essere), tranne che, ovviamente la residenza o domicilio nel Lazio e il non aver percepito (giustamente) tot reddito annuale.

Evidentemente, conti e statistiche alla mano, chi successivamente ha RIdefinito le "caratteristiche" di esclusione di accesso alla domanda, deve aver maliziosamente appurato che "proprio gli esclusi" sono la fetta di popolazione che maggiormente potrebbe usufruire del sussidio, poichè effettivamente versa nel problema della disoccupazione in modo più marcato rispetto la fascia di età a cui è stata data la possibilità di accesso (per carità, sicuramente anche in questa fascia ci saranno moltissime persone bisognose, ma va detto anche che gli esclusi, statisticamente, sono molti di più, quindi come al solito, è una guerra tra poveri e poveracci).

Quello che più sconcerta è che non è stato chiarito il motivo di questa ingiusta discriminazione, trattando gli esclusi come persone indegne anche di una spiegazione!

Ma vediamo chi, secondo questa "splendida" iniziativa, può avere accesso alla domanda e chi non può:

i beneficiari che possono presentare la domanda di accesso alle prestazioni sono le disoccupate ed i disoccupati tra i 30 ed i 44 anni.

Sono quindi incredibilmente esclusi tutti coloro che appartengono alla fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni per i più giovani (senza considerare quella che va dai 15 ai 18) e gli over 44.


Non bisogna essere delle cime per capire che proprio gli esclusi sono coloro che maggiormente sono colpiti dalla disoccupazione, basta analizzare i dati statistici ufficiali relativi alle fasce percentuali di età che effettivamente sono occupate e quelle che lo sono meno, i quali evidenziano come la fascia di età favorita dai dementi che hanno predisposto le regole per il sussidio, sia anche quella che ha più probabilità di lavorare, al contrario di quella esclusa:

Tassi di occupazione 2007 in Italia per fasce d'età - fonte CCIAA su dati ISTAT:

da 15 a 24      25 %
da 25 a 34      70 %
da 35 a 44      77 %
da 55 in poi    15 %

Poi:

"Tasso occupati Provincia Venezia:
Fino a 24 anni      12 %
da 25 a 29 anni   27 %
da 35 anni e oltre  8 %
(fonte Provincia di Venezia )"

"Il divario si fa fortissimo per il tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni. In Italia esso raggiunge appena il 32,5%: quasi 13 punti percentuali sotto la media dell’UE; 25 punti percentuali sotto quello del Regno Unito; meno della metà di quello svedese.
(Fonte sis-statistica )"

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