Gl'insegnamenti a riguardo del Nirvana, la mèta finale dell'anima, sono stati molto fraintesi e molti errori si sono insinuati anche negli insegnamenti di molti buoni maestri.
Concepire il Nirvana come uno stato di estinzione della coscienza sarebbe cadere nell'errore della scuola di filosofia pessimista che considera la vita e la coscienza come una maledizione e ritiene il ritorno ad una totale incoscienza come la cosa migliore che si possa desiderare.
Il vero insegnamento è che il Nirvana è uno stato di piena coscienza in cui l'anima è liberata da ogni illusione di separazione e di relatività ed entra in uno stato di coscienza universale, o di assoluto risveglio nel quale, essa, è conscia dell'Infinito e dell'Eternità di ogni luogo, di ogni cosa e di ogni tempo.
Nirvana, anzi che essere uno stato di nullità, è uno stato di "completezza".
A mano a mano che l'anima avanza sul Sentiero, essa diviene sempre più conscia della sua connessione, della sua identità e della sua relazione col Tutto.
Progredendo, l'Ego (non inteso come ego egoistico ma come Consapevolezza) si allarga e trascende i suoi precedenti ristretti confini.
Esso comincia a riconoscere di essere molto più di quel piccolo atomo separato che aveva creduto di essere ed apprende ad identificare sè stesso, sempre via maggiormente, colla Vita Universale.
Esso prova il senso dell'Unione in grado sempre più pieno e pone fermamente i suoi piedi sul Sentiero, procedendo verso il Nirvana.
Dopo molte dure esistenze su questo e su altri pianeti (in questo ed altri universi), dopo che egli abbia lasciato molto dietro di sè la scala dell'umanità e si sia avanzato in stati simili alla divinità, la sua coscienza diviene sempre e sempre più completa, e tempo e spazio sono trascesi in modo meraviglioso.
Finalmente la meta è raggiunta, la battaglia è vinta, e l'anima sboccia in uno stato di Coscienza Universale, nel quale Tempo e Spazio scompaiono e nel quale ogni luogo è Qui, ogni periodo di tempo è Ora, ed ogni cosa è "Io".
Questo è il Nirvana.
Vedasi anche:
Concepire il Nirvana come uno stato di estinzione della coscienza sarebbe cadere nell'errore della scuola di filosofia pessimista che considera la vita e la coscienza come una maledizione e ritiene il ritorno ad una totale incoscienza come la cosa migliore che si possa desiderare.
Il vero insegnamento è che il Nirvana è uno stato di piena coscienza in cui l'anima è liberata da ogni illusione di separazione e di relatività ed entra in uno stato di coscienza universale, o di assoluto risveglio nel quale, essa, è conscia dell'Infinito e dell'Eternità di ogni luogo, di ogni cosa e di ogni tempo.
Nirvana, anzi che essere uno stato di nullità, è uno stato di "completezza".
A mano a mano che l'anima avanza sul Sentiero, essa diviene sempre più conscia della sua connessione, della sua identità e della sua relazione col Tutto.
Progredendo, l'Ego (non inteso come ego egoistico ma come Consapevolezza) si allarga e trascende i suoi precedenti ristretti confini.
Esso comincia a riconoscere di essere molto più di quel piccolo atomo separato che aveva creduto di essere ed apprende ad identificare sè stesso, sempre via maggiormente, colla Vita Universale.
Esso prova il senso dell'Unione in grado sempre più pieno e pone fermamente i suoi piedi sul Sentiero, procedendo verso il Nirvana.
Dopo molte dure esistenze su questo e su altri pianeti (in questo ed altri universi), dopo che egli abbia lasciato molto dietro di sè la scala dell'umanità e si sia avanzato in stati simili alla divinità, la sua coscienza diviene sempre e sempre più completa, e tempo e spazio sono trascesi in modo meraviglioso.
Finalmente la meta è raggiunta, la battaglia è vinta, e l'anima sboccia in uno stato di Coscienza Universale, nel quale Tempo e Spazio scompaiono e nel quale ogni luogo è Qui, ogni periodo di tempo è Ora, ed ogni cosa è "Io".
Questo è il Nirvana.
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